Gennaro Mondaini
Gennaro Mondaini (1874 – 1948), storico, economista e docente italiano.
Le origini degli Stati Uniti d'America
- Una minoranza, che incarna lo spirito progressivo dell'epoca, non si accontenta delle modeste ed innocque riforme, dell'abrogazione del cerimoniale più assurdo; ma, una volta ammesso il principio del libero esame, continua a sottoporre alla critica rigorosa di questo l'intero sistema religioso, arrivando all'austero principio che in materia di fede e di culto niente possa farsi «se non in virtù della parola di Dio». Non basterà quindi che la Sacra Scrittura non parli contro una cosa qualsiasi nel campo della fede per accettarla, ma occorrerà che parli espressamente in favore di essa. Fu questo il Puritanesimo, che nel suo stesso dogma fondamentale sonava ribellione aperta contro ogni sorta di compressione spirituale. (cap. II, pp. 67-68)
- [Il puritanesimo] [...] non accettava altra garanzia che la Bibbia, altra regola di condotta che la parola precisa di Dio: né re, né parlamento, né gerarchia ecclesiastica potevano interpretare a loro modo questa regola; nessuna regola ufficiale poteva quindi venire riconosciuta dal puritano, il quale, non volendo sottostare ad una chiesa presieduta dal sovrano temporale, diventava con ciò un vero ribelle anche nel campo politico. La semplicità, la purezza evangelica, ecco il fine del puritanesimo, che s'informa cosi nel campo religioso ad uno spirito democratico, il quale non potrà non tradursi nel campo politico e sociale. (cap. II, p. 68)
- I ministri puritani erano divenuti ormai dei veri tribuni del popolo, il loro pulpito un libero tribunale di giudici inflessibili ed incorruttibili, la loro influenza sempre maggiore nelle classi sociali medie e inferiori, la rappresentanza dei loro seguaci sempre più numerosa nella Camera bassa.
I puritani vengono così in pochi decenni a costituire un partito politico potente, che non reclamava soltanto la riforma degli abusi ecclesiastici, ma discuteva della forma di governo, s'opponeva ai monopoli, cercava di limitare la prerogativa regale. Veri precursori d'una rivoluzione, essi venivano troppo logicamente accusati dai difensori dell'episcopato anglicano di desiderare uno Stato popolare, meritandosi l'elogio d'uno storico ad essi non certo favorevole (lo Strype[1]): «la scintilla preziosa della libertà non è stata accesa e conservata che dai Puritani». (cap. II, pp. 69-70)
- [William Penn] [...] questo figlio prediletto della fortuna, che per la nascita, l'ingegno, la raffinatezza dell'animo, l'eleganza dei modi, sembrava destinato a brillare alla corte tra la pompa dell'oro e l'ebbrezza del potere, mostrava invece fino dai primi anni un'indole melanconica, inclinata all'ascetismo ben più che ai divertimenti della sua età. Giovanetto ancora si faceva scacciare da Oxford per le idee poco ortodosse ed il suo entusiasmo per un predicatore quacchero, che l'aveva tocco nel cuore; e suscitava le collere violente del padre perch'egli, convinto della vanità del mondo, lungi dal frequentare gli splendidi circoli della capitale conduceva una vita da anacoreta, a contatto bene spesso con gente della più umile condizione. (cap. IV, p. 216)
- [William Penn] Cacciato di casa dal padre[2], impotente nonostante l'angoscia del cuore di cangiare l'inflessibile figlio, canzonato e rinnegato dagli amici, fuggito come un lebbroso dalla sua società, comincia pel Penn la vita poco sicura del quacchero infamato, la vita errabonda di chi senza risorse gira pel mondo a predicare un ideale incompreso, apostolo entusiasta della nuova fede e teorico fecondo dei suoi principî. (cap. IV, p. 217)
- [William Penn] Prigioniero per lunghi mesi nella torre di Londra, egli non si piega, ma piega anzi con la sua commovente costanza il vecchio padre, che riconosce nel figlio la propria energia, gli perdona, lo ammira, lo difende contro nuovi attacchi del prete e del giudice, lo raccomanda prima di morire al re e al duca di York, che gli promettono di proteggerlo, e lo incoraggia in sul momento dell'estremo abbandono col dirgli: «figliuol mio Guglielmo, se tu ed i tuoi amici persevererete nel vostro semplice modo di predicare e di vivere, metterete fine al regno dei preti». (cap. IV, p. 217)
- Si dava [...] mano fra lo Schuylkill e la Delaware, su una lingua di terra per bellezza, salubrità e posizione geografica quanto mai adatta, alla fondazione di Filadelfia, la città «rustica e verdeggiante» come la ideava il fondatore, la città «dell'amore fraterno» che nella vita tranquilla ed operosa delle case nascoste fra i giardini ed i parchi non doveva smentire il suo nome. L'anno dopo nella capitale nascente, composta ancora di poche capanne, si riuniva la prima legislatura provinciale, costituita di 9 rappresentanti per ciascuna delle 6 contee, e fra i tronchi d'alberi abbattuti della foresta redigeva e datava da Filadelfia, in segno d'augurio, la «carta di libertà» della Pennsylvania. (cap. IV, p. 222)
Citazioni su Gennaro Mondaini
- Allo sviluppo della colonizzazione inglese nel secolo passato e nel primo scorcio di questo, ai problemi più generali che sono sorti da alcuni anni rispetto alle relazioni tra la madre patria e le sue colonie ha dedicato or ora un volume altamente interessante e assai istruttivo il prof. Gennaro Mondaini. La sua opera, assieme a qualche altra uscita contemporaneamente a questa, permetterebbe di seguire appunto l'evoluzione coloniale inglese in tutti i suoi particolari durante il periodo suaccennato. Il Mondaini, con la profonda e vasta conoscenza della letteratura storica coloniale che è venuto formandosi, con la padronanza della materia che gli deriva dall' insegnamento professato già per vari anni, con la cultura economica, politica e giuridica, non comune fra gli storici, che egli possiede, ci ha dato un quadro veramente preciso, chiaro e colorito in ogni sua parte delle vicende attraversate dalle colonie inglesi. Mancava alla nostra letteratura storica un lavoro simile, nel quale la gran copia delle notizie particolareggiate non toglie né menoma la visione delle grandi linee della feconda trasformazione nella politica coloniale della regina dei mari. (Riccardo Dalla Volta)
- Pochi anni or sono, un giovine e valente professore, il dott. Gennaro Mondaini, capitato a Potenza, che è, nel gergo burocratico, una delle meno «ambite residenze», invece di fare come tanti altri, che sciupano tempo e forze in querele, se non sempre vane, spesso poco dignitose; si mise a studiare con molta diligenza i processi politici del '48, e da quegli studi trasse un volume[3], il quale, nonostante qualche inesattezza e lacuna da lui non potuta evitare, è veramente un assai notevole «saggio d'interpretazione realistica della rivoluzione del '48 nel Mezzogiorno d'Italia». (Francesco Torraca)
Note
- ↑ John Strype (1643-1737), ecclesiastico, storico e biografo inglese.
- ↑ L'ammiraglio inglese William Penn (1621-1670).
- ↑ Dott. Gennaro Mondaini, I moti politici del '48 e la setta dell'«Unità italiana» in Basilicata, Roma, Tip. edit. Dante Alighieri, 1902. [N.d.A.]
Bibliografia
- Gennaro Mondaini, Le origini degli Stati Uniti d'America, Ulrico Hoepli, Milano, 1904.
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