Giacomo Attendolo

Giacomo Attendolo o Jacopo Attendolo, soprannominato Muzio e poi Sforza, conosciuto prevalentemente come Muzio Attendolo Sforza (1369 – 1424), condottiero e capitano di ventura italiano.
Citazioni su Giacomo Attendolo
Pier Desiderio Pasolini
Citazioni in ordine temporale.
- Vedemmo Giacomo Attendolo, che poi fu detto Sforza, nato in Cotignola, ed educato dalla fiera madre, difendere con le armi insieme a venti fratelli il primato della famiglia.
Una sera dell'anno 1382 egli se ne stava zappando tranquillamente il campo paterno, quando udì il suono di un piffero e di un tamburino. Erano alcuni soldati della compagnia di Boldrino da Panicale che, mandati in quei contorni a far nuovi volontari, cercavano di chiamar gente. Dietro a loro vide alcuni suoi compagni già arrolati, «O Muzzo, gli gridano questi, fatti soldato e vieni con noi a cercar fortuna! Animo! via la zappa!» E Muzzo scaglia la zappa sopra una quercia, deciso, se la zappa ricadeva, di riprenderla per sempre; se rimaneva in alto, di farsi soldato. La zappa rimase, e Muzio, venuta la notte, sottrasse un cavallo al padre, fuggì da Cotignola, e raggiunse l'accampamento.
- Dopo due anni, Muzio torna a rivedere i parenti. «Li ho lasciati senza addio (diceva), che io almeno li consoli ritornando sano e salvo!» Ma tornato, non pensa, non sogna che armi ed armati. «Sii dunque uomo d'arme! Ritorna al campo e fa fortuna!» gli dice il padre, ed impegnata una possessione, gli compra quattro cavalli e le armi. Muzio ritorna alla milizia trascinando seco una masnada di parenti. Vuol vincere, vuol arricchire, vuol dominare; è tanto violento che tutti lo chiamano per soprannome lo Sforza.
- Questo [Muzio] Sforza cercò le ricchezze per dominare, ma sempre preoccupato dal timore di esserne dominato, torceva gli occhi dalla monete, dubitando che la vista dei mucchi d'oro non lo seducesse. Pareggiava le spese con le entrate delle castella e degli stipendi; non scriveva cifre, ma non sbagliava mai il conto delle paghe. Non ingannava mai i creditori, dicendo che la forza del credito consisteva molto più nella riputazione di lealtà, che nei danari contanti. Al bisogno nessuno mai fu più ricco di lui «per il singolare amore che gli portauano tutti i banchieri.»
- Non esitava [Muzio] a mettere mano nel sangue anche a tradimento. Coi soldati disciplina ferrea. Chi rubava i foraggi era trascinato a coda di cavallo: i traditori erano impiccati ad un albero lungo una strada, e lasciati in pasto agli uccelli. Per una macchia, o solo per un poco di ruggine sulle armi, battiture. A chi non aveva un bel pennacchio sull'elmetto, faceva fischiar dietro. Splendide, sontuose le rassegne militari. Cavalli con barde dorate o dipinte alla persiana, saj ricamati d'oro o d'argento. Negli accampamenti non vuole gioco né bestemmiatori. Nei giorni di ozio si esercita coi soldati nella ginnastica, e mostra che anche nella agilità e nella forza muscolare è insuperabile. Nei tempi piovosi, di notte, nel suo campo si leggono le favole del baroni e dei paladini di Francia. Sono scritte in versi volgari perché né capitano, né soldati sanno di latino; ma con quegli antichi ideali del guerriero cristiano, lo Sforza vuole accendere la fantasia dei suoi, e persuaderli che con la spada si fanno miracoli.
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